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Società di Pubblica Utilità

Museo Virtuale
Società di Pubblica Utilità nello Specchio delle Carte Valori d'Epoca

Su queste pagine Le proponiamo alcuni documenti di particolare interesse storico ed artistico difficilmente reperibili, molti dei quali appartenenti a collezioni private. Si consiglia, tuttavia, di prendere contatto con noi in caso di specifico interesse.

Illuminazione a Gaz della Città di Asti
Illuminazione a Gaz della Città di Asti
Azione di fondazione al portatore da 250 Lire nuove emessa ad Asti nel 1858. Litografia Fratelli Doyen - Torino. La società in accomandita fu fondata con atto del 6 ottobre 1858 e approvata con regio decreto sotto la ragione sociale di Muller e C.ia. da un gruppo di aristocratici e professionisti astigiani. Il capitale sociale di 375.000 Lire nuove fu suddi­viso in 1.500 azioni da 250 Lire ciascuna. Il principale obiettivo fu la costruzione dell’Officina del Gas - chiamata dai locali “Usina a gaz” - iniziata già nel 1854 ed entrata effettivamente in funzione solo nel 1858. La fabbrica con i suoi 48 forni produceva 30 mc di gas depurato per ogni 100 chili di carbon fossile importato dall’Inghilterra. Il residuo di carbone Coke della combustione veniva venduto alle famiglie della zona per le stufe delle loro abitazioni. Ben presto si diffuse nel centro di Asti una capillare rete di tubazioni per la distribuzione del gas, utilizzato di giorno per il riscalda­mento e per la forza motrice e di notte per l’illuminazione. La grande novità del gas fu proprio rappresentata dalla sua applicazione per l’illuminazione pubblica che soppiantò progressivamente il precedente sistema di lampade ad olio. Nel 1860 vi erano ad Asti due “accenditori” che mettevano in funzione i nuovi lampioni a gas, prima 75 poi, dieci anni dopo, 138 azionati da 6 addetti. Nel 1900 si contavano in città 170 lampioni a notte intera più 330 a metà notte. Tuttavia alla fine del 1909 comparvero nelle vie cittadine le prime luci elettriche. (Riferimento bibliografico: “La memoria foto­grafica dell’Astigiano” dello storico locale Pippo Sacco, Editore Diffusione Immagine, 2008).

Società Anonima per gli Acquedotti di Genova e Circondario
Società Anonima per gli Acquedotti di Genova e Circondario
Obbligazione di 20 £, fruttante l’interesse annuo del 5%, emessa a Londra il 19 marzo 1913. Tipografia Bradbury, Wilkinson & Co. - Londra. Ampia e suggestiva veduta del porto di Genova con il celebre faro della Lanterna e numerose imbarcazioni ormeggiate. Testo in italiano e inglese. Il prestito ipotecario fu contratto a Londra per finanziare la ristrutturazione dello storico ac­quedotto di Genova, edificato per rifornire d’acqua la città all’inizio del 1200 su rovine risalenti all’epoca romana, e delle zone limitrofe. La società, sorta nel 1908, fu liquidata nel 1919. Le subentrò nel 1922 la compagnia per il Nuovo Acquedotto Genovese che per prima realizzò il progetto di utilizzare l’acqua di mare per i pubblici servizi ove non fosse richiesta acqua potabile. La sua attività, infatti, consisteva principalmente nell’estrazione, tramite pompe centrifughe elettriche, di acqua dalla falda sotterranea fra la sponda sinistra del Bisagno e il mare. Nel 1950 l’impresa fu denominata Società Italiana Acquedotto Genovese. Tuttavia l’acquedotto marino e la sua rete sotterranea di tubazioni furono pro­gressivamente abbandonati, soprattutto a causa della manutenzione eccessivamente onerosa.
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