Società Eritrea per le Miniere d'Oro
Azione al portatore di 25 Lire in oro rilasciata ad Asmara, all’epoca Colonia Eritrea, nel 1906.
Officina Carte Valori A. Staderini - Roma.
Effige laterale della Sibilla Eritrea, la profetessa dell’antichità classica. Nel campo inferiore scorcio di un impianto per l'estrazione dell'oro, con cammello e indigene in primo piano. Le notizie circa il ritrovamento di oro nei pressi di Asmara risalgono al 1897 e non fecero che confermare le voci che già da tempo circolavano sulle ricchezze minerarie del Corno dell’Africa. La Società Eritrea per le Miniere d'Oro fu fondata il 24 giugno 1900 con partecipazione italo-britannica e fu presieduta dal deputato parlamentare Barone Michele De Renzis (1837-1908). Pur essendo un’impresa privata, fu da sempre considerata quasi un’emanazione del governo coloniale che le rivolse particolari attenzioni e trattamenti di favore. L’8 luglio 1900 la compagnia ottenne una concessione trentennale per lo sfruttamento di 30.000 ettari in Eritrea, non lontani da Asmara; in cambio il governo si riservò un diritto pari al 5% sui minerali estratti. Vista la grande estensione del territorio concesso con conseguente dispersione delle attività di ricerca, la società decise di concentrarsi sui filoni di Sciumagallè e di Medri Zièn, considerati i più promettenti. L’oro fu effettivamente scoperto, ma mai in quantità tali da garantirne lo sfruttamento, nonostante agli inizi del XX secolo la “febbre dell’oro” si fosse scatenata in Eritrea e in vari altri paesi d’Africa e del mondo. Fino al 1905 la compagnia aveva lavorato per verificare l’esistenza del prezioso minerale e la consistenza dei giacimenti, ma la fase risolutiva dell’impresa doveva consistere nella sua estrazione. Tuttavia per affrontare la fase dello sfruttamento, il capitale sociale si rivelò insufficiente ed il passaggio dalla fase esplorativa a quella estrattiva si tradusse nel 1907 in un evidente fallimento. Tra alti e bassi la compagnia sopravvisse fino al 1914, anno in cui fu posta in liquidazione.